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Coronavirus: cosa succederà dopo l’emergenza

20 Marzo 2020 — Dott.ssa Angela Pellegrino | Psicologa Roma

In questo momento siamo, giustamente, tutti concentrati sull’emergenza.

Ci informiamo ogni giorno, seguiamo gli aggiornamenti sull’evoluzione dei contagi e teniamo il conto dei numeri che ci offrono la sensazione di orientamento come fossero dei punti di riferimento in questa quotidiana incertezza del navigare a vista.

Più passano i giorni, però, e più sembra plausibile pensare che la quarantena che stiamo vivendo si allungherà ancora di più.
E, se i tempi dovessero allungarsi, quello che stiamo facendo adesso non basterà!

In primis, il periodo di semi-isolamento sarà lungo per dedicarlo solamente al riposo o lasciarlo al caso. Servirà una maggiore organizzazione e scansione del proprio tempo, con margini dedicati non a semplici passatempi ma anche ad altre attività che dovranno essere riorganizzate dentro casa. Spazio da dedicare alle passioni personali e ai propri talenti, magari in un modo tutto nuovo da reinventare, al fine di sentire una progettualità e una continuità vitale dentro e fuori di noi.
Un senso del tempo di qualità in quello che sembra essere un non-tempo.

E quando l’emergenza sarà finita?

Prima o poi però l’emergenza sanitaria, con il contributo ed il sacrificio di tutti (operatori sanitari e cittadini), passerà.

Quello che non passerà facilmente saranno tutte le ferite psicologiche e psichiatriche che questa situazione comporterà e l’ossigeno per ritornare a respirare non potrà essere solo l’affetto e la condivisione che stiamo vivendo adesso. Non si tratta solo di dover gestire i disturbi d’ansia che, in tutte le loro forme acute e croniche, si manifesteranno.

Si tratta di dover gestire il Lutto.

Il lutto “concreto” per la perdita senza assistenza di una persona cara e la mancanza di un degno commiato di un familiare. Nel migliore dei casi, il lutto per la perdita delle cose prima ritenute elementari (un abbraccio, un bacio, una stretta di mano, un’uscita con amici, un pranzo con i familiari, una passeggiata al parco con i bambini…).

Il lutto per la normalità a cui abbiamo dovuto imparare a rinunciare; per gli spazi persi ed i confini chiusi, quelli fisici e quelli sul domani.

Il lutto per la perdita dei rituali, delle emozioni e dei comportamenti legati al Lutto […], oggi divenuti anche questi necessariamente una parte del protocollo da seguire.

Cosa ci aspettiamo a lungo termine?

Diversi sono gli studi in letteratura che hanno analizzato popolazioni soggette a esperienze di quarantene passate. I ricercatori hanno dimostrato che lunghi periodi di isolamento possano portare a sintomi psicologici come disturbi emotivi, depressione, stress, disturbi dell’umore, irritabilità, insonnia e sintomi del disturbo post-traumatico da stress.
Non stupisce che tra i soggetti più colpiti ci siano proprio i medici e gli staff ospedalieri che lavorano spesso senza sosta. Ma non solo.

Infatti, un rischio nel futuro prossimo è che, passata questa crisi, potremmo trovarci molti casi di burnout tra il personale che era in prima linea nel contrastare l’emergenza coronavirus ma anche tra i cittadini con malattie croniche e persone che già soffrono di disturbi mentali (anche lievi).

Inoltre,o che può accadere è che questi esiti avranno pesanti risvolti anche sulla popolazione sana.

Questo perché il periodo di forte stress e deprivazione (fattore di rischio) andrà ad inserirsi in un quadro personale fatto di ulteriori fattori di rischio e/o di protezione individuali del singolo soggetto (la sua personalità, storia familiare, altre patologie pregresse, la sua resilienza, rete familiare e sociale di riferimento, etc) creando un mix diverso per ciascuno di noi più o meno grave e rilevante dal punto di vista psicologico e clinico.
A ogni modo un esito da dover fronteggiare, così come avviene quando abbiamo a che fare con un lutto.

La fase depressiva

Dopo l’emergenza saremo di nuovo “liberi” ma saremo chiamati ad affrontare un’altra prova: la fase depressiva.

Dovremo infatti cominciare a fare i conti con quello che abbiamo perso: chi un caro, chi il lavoro, la sicurezza economica, etc. Non sarà soltanto qualcosa di materiale ma anche la perdita dell’autostima come singoli individui e come collettività. La normalità e la sicurezza nel progettare il futuro a breve e lungo termine.

Come è già accaduto dopo le grandi crisi del passato, dovremo imparare a rialzarci ricostruendoci da ciò che è rimasto. Dovremo quindi fronteggiare la fase depressiva per rinascere, dovremo elaborare il lutto.

Con la speranza che chi senta un sovraccarico abbia la forza e la consapevolezza di chiedere un adeguato sostegno psicologico per fronteggiarlo.

Una cosa è certa: quando tutto sarà finito nulla sarà più lo stesso, perché noi stessi in primis saremo profondamente cambiati. Facciamone tesoro.

 

dr.ssa Angela Pellegrino
email e skype: psic.angelapellegrino@gmail.com
cell: 327.4358383

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2 commenti su “Coronavirus: cosa succederà dopo l’emergenza

  1. Bellissimo articolo io soffro di depressione maggiore ed è assurdo ho molta più paura della mia depressione che del coronavirus che mi ha tolto una medicina per me essenziale….uscire di casa….a

    1. Cara Annamaria, grazie per aver condiviso la sua esperienza!
      Questo evento e i sentimenti che esso attiva si vanno ovviamente a “posare” su problematiche preesistenti, complicandole.
      Spero lei abbia un supporto psicologico che la possa sostenere in questo momento così delicato…nel piccolo, le consiglio di “convertire” quella che era la sua “medicina” con un’altra attività che ti possa arrecare piacere.

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