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Da due a tre: nascita del primo figlio

15 Ottobre 2015 — Dott.ssa Angela Pellegrino | Psicologa Roma

La nascita del primo figlio richiede e comporta per la coppia un profondo e radicale cambiamento: il passaggio dalla configurazione relazionale di due a tre, dalla coppia alla famiglia.

 

          neonato nascita

La nascita di un figlio ha sulla coppia effetti sia positivi che negativi e non per questo devono divenire motivo di preoccupazione e allarme per i genitori, in quanto fanno parte del processo di ristrutturazione della coppia che è passata ad essere adesso anche una famiglia.

 

Cosa accade ad una coppia dopo la nascita di un figlio?

Ogni nuova famiglia deve prendere in considerazione che un bambino rivoluziona tutte le dinamiche esistenti prima del suo arrivo.

L’arrivo di un bambino crea spesso molto scompiglio nella coppia, anche se è stato tanto desiderato.

Se la nascita di un figlio prevede un tempo determinato di 9 mesi di gravidanza, diventare genitori, invece, è un processo lungo e non affatto automatico.

In seguito alla nascita del primo figlio la coppia si trasforma in famiglia e acquisisce un nuovo legame, quello genitoriale, che dovrà andare di pari passo a quello coniugale.

E’ importante in questa fase della vita che i partner creino dei confini chiari tra quella che è la relazione di coppia e quella che sarà la relazione genitoriale, così che ciascun sottosistema emozionale non venga trascurato e abbia un suo spazio chiaro e ben definito.

E’ auspicabile che i neo genitori possano sentire accrescere mano a mano il senso di competenza e di fiducia reciproca e sentirsi uniti in un compito comune che aumenti la coesione familiare e la stima nel proprio ruolo genitoriale.

C’è da dire però che il grande cambiamento a cui si assiste e le ingenti cure che il bambino richiede, potrebbero far aumentare le tensioni e i motivi di conflitto tra i partners. Non a caso, la nascita del primo figlio è uno degli eventi del ciclo di vita in cui la coppia può affrontare una crisi e, talvolta, separarsi.

E’ per questo motivo che bisogna capire ciò che è meglio e cosa può essere funzionale o disfunzionale per il benessere di ogni componente della nuova famiglia.

 

Gli esterni alla coppia sono “utili” al benessere della nuova famiglia?

Nelle prime settimane dopo la nascita, la novità e la vicinanza di parenti e amici, possono sicuramente rendere meno pesanti i compiti di cura e le responsabilità nei confronti del bambino.

Il sostegno esterno e gli aiuti, affinché siano utili e funzionali, devono essere gestiti, scanditi e circondati in modo esplicito e chiaro per tutti. Difatti, l’eccessiva vicinanza/intromissione dei parenti nella gestione del piccolo può creare confusione nella creazione di nuovi spazi e confini all’interno del nuovo nucleo familiare. Questa può rendere difficoltoso:

  • lo sperimentarsi dei neo genitori nella loro funzione genitoriale
  • trovare il proprio stile nell’essere e nel fare il genitore come singolo individuo e rispetto al partner
  • l’acquisizione di un equilibrio psico fisico del bambino e  della nuova famiglia al completo

 

Cosa cambia nella coppia dopo la nascita del primo figlio?

La coppia si trova a doversi confrontare con una serie di compiti, la riuscita dei quali è importantissima per il benessere individuale, di coppia e familiare.

 

Quali sono i compiti dei neo genitori?

I principali sono tre:

  • ridefinire la relazione coniugale
  • costruire ruoli e funzioni genitoriali
  • rinegoziare ruoli e posizioni nei confronti delle famiglie d’origine

 

1. DIVENTARE GENITORI RIMANENDO COPPIA

Il primo compito è molto importante e prevede che la coppia riorganizzi rapporti, funzioni e compiti al proprio interno, con l’obiettivo di creare uno spazio fisico e mentale per il proprio figlio e allo stesso tempo mantenere uno spazio per sé e uno per la coppia.

Certo, tutto ciò non è semplice!

 

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario che:

  • ogni partner abbia raggiunto un buon livello di separazione (fisica e psicologica) e si senta indipendente (fisicamente e psicologicamente) dalla propria famiglia d’origine
  • la coppia sia stabile e abbia costruito una relazione fondata sull’empatia, sul dialogo e sul sostegno reciproco
  • la coppia tenga separata la dimensione coniugale da quella genitoriale, dedicandovi spazi, mentali e fisici, separati, tenendo a mente l’importanza e il valore di entrambi

 

2. ESSERE UNA SQUADRA E NON DUE SINGOLI INSIEME!

Il secondo compito: il partner deve negoziare con l’altro il tipo di atteggiamento educativo da impostare con il figlio, con l’obiettivo di definirne uno condiviso. In questo modo, il figlio imparerà che le regole hanno un valore e che entrambi i genitori hanno pari autorità nei suoi confronti.

Avere pareri e idee diverse rispetto all’approccio e all’educazione verso il figlio non è disfunzionale se c’è spazio nella coppia genitoriale per negoziare un’unica linea educativa da comunicare al figlio. I partner dovranno decidere quale stile di relazione e di educazione attuare nei confronti del figlio, senza necessariamente doversi comportare con lui nello stesso modo, ma facendogli sperimentare una continuità di azione educativa da parte di entrambi.

La linea educativa scelta dai genitori deve essere perciò chiara sin dall’inizio per il bambino, così come l’unità della coppia e il rispetto reciproco della “squadra genitoriale”.

 

3. TUTTI UNITI MA OGNUNO AL SUO POSTO!

Terzo compito: è fondamentale che i genitori anziani vedano e accettino i neo-genitori in un ruolo diverso da quello di figlio, che ne riconoscano il ruolo e le funzioni genitoriali, senza sostituirsi a questi se li vedono in difficoltà nel gestire i nuovi compiti.

E’ importante che sostengano lui/lei e la coppia da una “distanza opportuna”; per far questo devono partecipare alla vita dei nipoti assumendo la nuova identità di nonni. Questo ruolo se da un canto è automatico in termini di affetto, può non esserlo in termini di confini e ruoli e può richiedere tempo e confronto.

I neo-genitori, dal canto loro, devono ridefinire i rapporti con la famiglia d’origine, trovando nella coppia il riferimento principale per la crescita del figlio.

I nonni rappresenteranno una risorsa ulteriore nei momenti di bisogno e un nuovo legame affettivo e di continuità storica per i propri figli, pertanto devono essere chiamati a svolgere la loro funzione di sostegno e cura emotiva-affettiva ma non prettamente educativa che spetta ai genitori.

 

Quali sono i luoghi comuni sull’essere un bravo genitore?

1. Credere che solo la madre sia indispensabile e debba occuparsi dei primi mesi di vita, in quanto mossa dall’istinto materno insito nella gravidanza.

 

I FIGLI SONO DI ENTRAMBI I GENITORI ED ENTRAMBI SONO FONDAMENTALI IN EGUAL MISURA NELL’ACCUDIMENTO E SVILUPPO DEL BAMBINO.

 

 genitori

La madre è istintivamente portata ad accudire il bambino sul piano fisico ed emotivo, creando con lui una fondamentale relazione che assicura al piccolo ogni attenzione nei primi mesi di vita.

Questo è incentivato sicuramente dal periodo della gravidanza, dal parto e successivamente  dall’eventuale allattamento al seno.

In questo rapporto il padre viene spesso trascurato o escluso e può vivere la sensazione di essere il “terzo incomodo”; nella maggior parte dei casi, infatti, la figura paterna non viene ritenuta abbastanza capace di occuparsi del figlio neonato, un genitore di secondo ordine rispetto alla madre, portando così ad una spaccatura nella relazione genitoriale e nella coppia.

Le neo mamme dovranno ovviamente accudire il proprio bambino, ma dovranno pian piano anche lasciar entrare il papà nella diade madre-bambino perché il ruolo del papà è fondamentale per una sana crescita psicofisica del figlio sin dai primi mesi di vita e non solo quando sarà più grande.

 

Cosa può essere utile al papà e al bambino?

  • Parlare al feto quando è ancora nel grembo materno permette di creare quel feeling e collante alla nascita del bambino a livello di familiarità percettiva con questo, nonché di riconoscimento sensoriale reciproco;
  • Partecipare al parto è importante sia per instaurare una relazione affettiva ed emotiva con il proprio bambino fin da subito che come sostegno e condivisione emotiva sul piano della coppia.
  • Partecipare all’allattamento e alla totale cura del figlio (condividendo anche il momento del nutrimento al seno o provvedendo all’allattamento con il biberon) così come far sentire la propria presenza attraverso il contatto fisico e il calore affettivo al bambino é importante per la creazione di un’importante intimità fisica e affettiva tra padre e figlio.

Tutto ciò sarà fondamentale per:

  • lo sviluppo del bambino
  • il coinvolgimento e responsabilità genitoriale da parte di entrambi i coniugi
  • il supporto e la collaborazione reciproca
  • il rapporto di coppia

Infatti, se è vero che la madre è la custode del codice affettivo ed il padre di quello etico, delle regole e dell’emancipazione, è anche vero che tale divisione non é e non deve essere netta. I due codici dovrebbero essere espressi e percepiti dal bambino come intercambiabili per evitare rigidità di ruolo non necessarie e disfunzionali.

 

 

2. Credere che per essere dei buoni genitori bisogna sacrificare se stessi e la coppia.

 

RINUNCIARE A PARTI VITALI DI SE E DELLA COPPIA NON VUOL DIRE INCREMENTARE QUELLE GENITORIALI; FOCALIZZARSI ESCLUSIVAMENTE SUL BAMBINO PUÒ LIMITARE LO SVILUPPO DELLA SUA AUTONOMIA E ACCRESCERE IL SUO SENSO DI ONNIPOTENZA.

 

famiglia

 

É palese e naturale che con la nascita e principalmente nei primi mesi di vita del neonato, il tempo a disposizione per se stessi e per le attenzioni reciproche tra partners diminuisce così come possono subire un declino quelli che possiamo definire gli  aspetti “romantici” della relazione coniugale.

Ciò è normativo e non deve preoccuparci in quanto si tratta di un periodo di grandi cambiamenti e assestamenti. É necessario del tempo affinché si trovi un nuovo equilibrio in seguito a un così grande cambiamento.

Per far fronte ai cambiamenti che comporta la nascita di un bambino, ciascuno dei due coniugi non deve dare per scontato e automatico sia nei propri confronti che da parte del coniuge una serie di necessari e vitali cambiamenti individuali e di coppia.

In questa nuova configurazione familiare è essenziale pertanto che il “patto genitoriale” si integri col “patto coniugale”, ossia che il prendersi cura del bambino non escluda il dedicarsi spazio e amore reciproco da parte dei partner.

Questo aiuterà il figlio ad avere un buon modello di coppia da seguire e una maggiore serenità generata da una relazione amorevole tra i suoi genitori.

Gli eviterà, inoltre, di divenire il solo punto focale per più persone che potrebbero avere eccessive e pesanti aspettative nei suoi confronti, bloccandolo nel suo cammino verso l’autonomia.

Ogni partner deve ridefinire i propri spazi e le proprie funzioni in modo da crearne altri per il neonato; deve ridimensionare la propria vita personale e sociale in funzione degli orari e delle esigenze del bambino, adattare a lui i propri ritmi di vita, organizzare una divisione del ménage domestico, organizzare il tempo libero e i rapporti sociali e ridefinire l’impegno lavorativo.

Allo stesso tempo, però, neo genitori dovranno imparare a prendersi del tempo per loro stesse e per il/la loro compagno/a, non vivendolo con senso di colpa ma come investimento per il benessere individuale, di coppia e familiare. La coppia dovrà anche recuperare nel tempo i suoi spazi, ad esempio uscendo senza il bambino, tenendosi una sera a settimana per uscire con gli amici e programmando qualche weekend nell’arco dell’anno per stare da soli.

Assolvere questi semplici consigli sembra banale e facile ma non lo è!

Gran parte delle coppie dopo la nascita del primo figlio si separa, spesso perché si pretende da se stessi e dall’altro qualcosa di automatico e immediato.
Quando si diventa genitori bisogna re-imparare diverse cose su se stessi e sulla coppia ed é importante ricordare quattro parole d’ordine: amarsi, parlarsi, aiutarsi e sostenersi.

Pertanto é necessario del tempo affinché si trovino nuovi equilibri attraverso il sostegno reciproco della coppia e, nel caso ci fossero disagi, non procrastinare ma avere il coraggio di parlarne con un esperto in grado di aiutarvi.

 

L’IMPORTANZA DEI GENITORI DEI GENITORI!

 

Genitori famiglia

 

Tutto ciò ha esito positivo soltanto se ciascun membro della coppia ha stabilito con il partner una relazione fondata sull’intimità e sull’empatia ed ha raggiunto un buon grado di differenziazione e svincolo dalle proprie famiglie di origine.

Nella costruzione della relazione genitoriale ciascuno dei due genitori inevitabilmente farà i conti con la propria storia passata, con il suo essere stato figlio e con il tipo di attaccamento e relazione che ha stabilito a sua volta con i propri genitori.

Un genitore che da bambino ha potuto contare su legami di attaccamento stabili e sicuri sarà in grado più facilmente di riportare queste stesse modalità relazionali con i figli. Al contrario di colui che, avendo vissuto relazioni evitanti, sarà meno predisposto ad esprimere le proprie emozioni e a entrare in contatto con i bisogni affettivo-emotivi del figlio.

Inoltre una buona relazione della coppia genitoriale è molto importante per l’educazione e la socializzazione dei figli e per il loro sviluppo emotivo.

I genitori dovrebbero essere in grado di fornire al bambino fin dalla nascita quell’affetto e quelle cure che lo renderanno sicuro nelle relazioni future e nell’esplorazione dell’ambiente. Faciliteranno così lo sviluppo di un’immagine di sé degna di amore e attenzione.

I genitori devono imparare ad essere per il bambino una guida e allo stesso tempo stimolare l’esplorazione verso l’esterno in base alle caratteristiche e esigenze del loro bambino, rimanendo per lui una base sicura a cui ricorrere nei momenti di difficoltà.

 

PICCOLI ACCORGIMENTI PER GRANDI RISULTATI!

 

Consigli

 

In seguito alla nascita del proprio figlio, la coppia deve quindi trovare nuovi modi di comunicare e gestire i conflitti, e acquisire nuovi strumenti e risorse per un adeguato rapporto col partner: pazienza, ascolto, comprensione e comunicazione sono le vie maestre per arrivare alla meta!

Ciò non è semplice, e in questo non aiutano la stanchezza e la tensione ma è bene ricordarsi che serve tempo, è bene darsi del tempo e non pretendere da sè stessi e dal partner l’impossibile.

L’importante non è essere d’accordo su tutto ma discutere in modo costruttivo, trovando così nuove opportunità di compromesso.

 

Bisogna dare e darsi la possibilità di:

  • stare nel cambiamento, di sbagliare, senza giudizi e recriminazioni
  • non recriminare ma chiedere
  • non esigere ma domandare
  • non pretendere ma comunicare
  • non isolarsi e caricarsi ma condividere e partecipare…perché FIGLI SI NASCE ma GENITORI SI DIVENTA!

 

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2 commenti su “Da due a tre: nascita del primo figlio

  1. Bellissimo articolo. Ne farò tesoro sperando che mio marito e soprattutto la sua famiglia di origine faccia lo stesso. “Sconfinano” spesso in modo arrogante e maleducati nella coppia, non oso immaginare quando sapranno che aspettano il primo nipote. Sono nell’ansia più totale. Grazie.

  2. Bellissime parole io mia figlia la prima la amo tantissimo l’avrei lasciata volentieri da sola era viziata e ci andava bene così ma ci mancava il secondo sia xke la bimba lo cercava sia xke è un modo x volersi bene e instaurare un rapporto con fratellino dato che chiedeva sempre con chi giocare tra poco sarà a accontentata xke ha già 6 mesi

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